Valutazione psicologica

La valutazione psicologica comprende una serie di strumenti e attività che perseguono l’obiettivo di realizzare un percorso terapeutico mirato alle esigenze e alle necessità della persona.

Oltre all’inquadramento del disagio, la valutazione prevede la raccolta anamnestica (la storia del disturbo e brevi cenni della storia di vita) e, talvolta, la somministrazione di alcuni test psicologici standardizzati, utili ad avere un quadro completo dei sintomi riportati.

La valutazione psicologica va oltre la rilevazione di sintomatologie psicopatologiche e si pone quindi l’obiettivo di comprendere il funzionamento globale di una persona al fine di poter poi pianificare efficaci interventi di supporto, di abilitazione e/o riabilitazione, di prevenzione e/o di promozione della salute e benessere psicologico. 

Nella pratica clinica, lo psicologo si  avvale, oltre che di strumenti standardizzati e riconosciuti a livello scientifico, anche di alcuni manuali diagnostici internazionali di riferimento, tra cui:

  • DSM – 5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, APA, 2014)
  • l’ICD-10 (Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei Problemi Sanitari Correlati. Decima Revisione, OMS, 1990)

che guidano il professionista nell’identificazione dei disturbi e delle difficoltà della popolazione generale.

Le quattro fasi della valutazione psicologica sono:

  • Identificare il problema da affrontare
  • Selezionare ed implementare metodi per ricavare le informazioni necessarie
  • Integrare le fonti d’informazione
  • Riportare pareri e indicazioni

Ogni valutazione si conclude con un colloquio di restituzione. All’interno di questo momento di condivisione, lo psicologo discuterà il materiale raccolto cercando di costruire un percorso di benessere che rappresenti l’unicità della persona nella sua globalità.